El choclo (La pannocchia)

Scritto da Oreste Candela

Agosto 29, 2018

Secondo la leggenda, riportata nel libro El Buenos Aires de Angel Villoldo di Enrique Puccia, il nome del brano ha una origine culinaria: fu un omaggio al pezzo più buono cucinato nella pentola di una delle osterie più famose nella Buenos Aires di inizio secolo. El Choclo, come La Cumparsita, può essere considerato come la bandiera unanimemente riconosciuta del tango, ed infatti la sua    nascita corrisponde proprio agli albori del genere. Fu composto nel 1903 da Angel Villoldo, un poliedrico personaggio dell’epoca che comprendeva nel suo repertorio attività da artista da circo, commediografo, cantante, chitarrista … e autore di tanghi.

El Choclo è conosciuto come pezzo strumentale ed è stato interpretato in più di cento anni da una quantità innumerevole di orchestre. Ecco qui di seguito un esempio di tre differenti esecuzioni che trattano in modo molto personale l’immortale melodia.

Troilo

Sarli

Piazzolla

Meno conosciuto è invece il fatto che El Choclo si è cercato per ben quattro volte di addomesticarlo con un testo. L’ultimo tentativo, quello senz’altro più poetico, è stato quello di Enrique Santos Discépolo nel 1947, in occasione di un film interpretato da Libertad Lamarque, scritto su preghiera esplicita dell’attrice.

Lo stesso autore al riguardo disse: “ … non mi azzardavo a toccarlo, perché la musica era troppo bella per essere toccata da parole. Era qualcosa di sacro. Era come mettere delle lettere all’inno nazionale del tango. Però alla fine, dato che non so dire di no ad una supplica di una donna, acconsenti a quello che mi chiedeva Libertad, assicurandomi però che fosse solo per la proiezione del film. E adesso, come si può vedere, mi devo rassegnare a che lo canti tutto il mondo”.

disco el choclo copy

El choclo – Tango

1947

Musica Ángel Villoldo

Letra: Enrique Santos Discepolo

Con este tango que es burlón y compadrito

se ató dos alas la ambición de mi suburbio;

con este tango nació el tango, y como un grito

salió del sórdido barrial buscando el cielo;

conjuro extraño de un amor hecho cadencia

que abrió caminos sin más ley que la esperanza,

mezcla de rabia, de dolor, de fe, de ausencia

llorando en la inocencia de un ritmo juguetón.

Por tu milagro de notas agoreras

nacieron, sin pensarlo, las paicas y las grelas,

luna de charcos, canyengue en las caderas

y un ansia fiera en la manera de querer…

Al evocarte, tango querido,

siento que tiemblan las baldosas de un bailongo

y oigo el rezongo de mi pasado…

Hoy, que no tengo más a mi madre,

siento que llega en punta ‘e pie para besarme

cuando tu canto nace al son de un bandoneón.Carancanfunfa se hizo al mar con tu bandera

y en un pernó mezcló a París con Puente Alsina.

Triste compadre del gavión y de la mina

y hasta comadre del bacán y la pebeta.

Por vos shusheta, cana, reo y mishiadura

se hicieron voces al nacer con tu destino…

¡Misa de faldas, querosén, tajo y cuchillo,

que ardió en los conventillos y ardió en mi corazón

Con questo tango che è burlone e compadrito

Si legò due ali l’ambizione del mio sobborgo;

con questo tango è nato il tango, e con un grido uscì dal sordido quartiere cercando il cielo;

scongiuro strano di amor fatto ritmo

che aprì cammini senza leggi se non la speranza,

mescola di rabbia, di dolore, di fede di assenza

piangendo nella innocenza di un ritmo giocoso.

Per il tuo miracolo di note di presagio

nacquero, senza pensarlo, le ragazze e le donne, luna nelle pozzanghere, canyengue nelle anche e una ansia fiera di amare …

All’evocarti, tango caro,

sento che tremano le mattonelle della milonga

e sento il lamento del mio passato …

Oggi, che non ho più mia madre,

sento che arriva in punta di piedi per baciarmi

quando il tuo canto nasce dal suono del bandoneon.

Carancanfunfa varcò il mare con la tua bandiera

e nell’assenzio mischiò Parigi con Puente Alsina.

Triste compare del seduttore e della donna

e anche comare del concubinario e la ragazza.

Per te bellimbusto, poliziotto, reo e miseria

si sono fatti voce al nascere con il tuo destino…

Gonne, cherosene, spacco e coltello ,

che bruciò nei conventillos[1] e bruciò nel

mio cuore

[1]

Negli anni che vanno dal 1869 al 1904 la popolazione in Argentina è aumentata di cinque volte.Questa crescita demografica ha portato come conseguenza una evidente  mancanza di alloggi. Il conventillo è diventata la dimora più popolare e abituale. È un palazzo, inizialmente la residenza degradata di una famiglia dell’alta borghesia, anche se furono costruiti molti proprio a questo scopo, destinato all’affitto di abitazioni per poveri, generalmente immigrati recenti, con servizi in comune.

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