Horacio Godoy

Scritto da Oreste Candela

Settembre 15, 2016

La prima volta che si assiste ad una esibizione di Horacio Godoy, è normale rimanere un po’ confusi. Il suo modo di ballare è strano, decisamente bizzarro, diplomaticamente possiamo dire anticonvenzionale. La compostezza a cui siamo abituati nel tango va e viene lasciando il posto a movimenti plastici, la serietà sacra del ballerino professionista, quasi sparisce sostituita da atteggiamenti profani da cabaret. Di sicuro lo stile di Horacio Godoy è unico, inapplicabile, forse intrasmissibile; nessuno lo imita, nessuno lo copia o cerca di clonarlo. In un mondo dove i seguaci di Sebastian Arce, Chicho FrumboliGustavo Naveira se la contendono a colpi di scadas y belos, trovare qualcosa di molto apprezzato, unanimemente definito geniale, ma altrettanto unico, è veramente una sorpresa.

Però, riflettiamoci sopra: queste forse non sono le premesse per una piccola opera d’arte che convive ad ogni tango con il suo folle creatore?

Chi non avesse mai visto Horacio Godoy ballare, speriamo ora si sia un po’ incuriosito. Senza aspettare oltre andiamo a conoscerlo.

El espiante – Osvaldo Fresedo

Ogni volta è la stessa cosa: ci si aspetta il colpo di genio, il ritmo o la melodia che diventano movimento e quando il sorriso sulle labbra dello spettatore e l’applauso fragoroso esplodono, ecco la conferma che Horacio c’è riuscito ancora. I puristi diranno che il suo stile non è milonguero, non è salon, non è canyengue, non è nuevo … e quindi non essendo nulla di tutto ciò non è tango.

La risposta è ovvia: è solo il tango di Horacio Godoy.

Milonga de mis amores – Esteban Morgado

No hay tierra como la mia – Francisco Canaro

Horacio è entrato nel mondo del tango più di vent’anni fa come Dj alla Milonga Michelangelo di Buenos Aires. Quel lavoro gli piaceva molto, ma come lui stesso racconta, il problema era che ogni notte, appena metteva il primo disco di tango, iniziava a piangere ed era capace di andare avanti per ore contagiando tutta la pista. Il quel periodo iniziò a ballare seguendo i più grandi maestri dell’epoca come Miguel Ángel Zotto, Julio Balmaceda padre, Gavito, Graciela González, Carlitos Moyano, el Turco José, Pepito Avellaneda. Personaggi che magari, a parte i primi tre, sono ai più sconosciuti. Ballerini e maestri persi nelle nubi tanguere del passato, dove se si aveva qualche dubbio su un passo o un movimento la risposta dell’insegnante era sempre la stessa: “ragazzo guardami bene e poi fai come me.

Ma se si da credito alla teoria “nulla si crea e nulla si distrugge“, è bizzarro pensare come in questo personaggio il mix dei grandi miti del tango abbia potuto trasformandosi così:

La Muchachada Del Centro – Francisco Canaro, Ernesto Fama 1932

Horacio Godoy è ora anche un famoso DJ di tango e per chi lo volesse ascoltare basta andare nella sua milonga, una delle più frequentate e famose di Buenos Aires: La Viruta. Se qualcuno dovesse trovarsi nei paraggi e decidesse di entrare, forse tra i comuni mortali che ballano potrebbe vedere qualcosa del genere.

Milonga del 83 – D’Arienzo

Horacio Gody è un grande interprete, un attento musicista che sa suonare il tango mentre lo balla. Per farlo si è inventato uno strumento tutto suo, un qualcosa con una infinità di tasti e corde illimitate. E’ proprio così che i confini della sua arte possono diventare lontane sfumature.

Mano a Mano – Hugo Diaz

Sur – Hugo Diaz

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