Fausto Carpino e Stephanie Fesneau

Scritto da Oreste Candela

Ottobre 08, 2015

Un’aria fresca e frizzante che scivola luminosa e contagiosa dal centro della pista verso i bordi in ombra, immobili ed attenti. Applausi improvvisi, voci di sorpresa, risa di divertimento e poi il battito di mani che avvolge tutto come in un abbraccio ancora prima che l’ultima nota sia caduta. Ecco quello che accompagna le esibizioni di due giovani talenti, una scoperta degli ultimi mesi, due ballerini che con la semplicità delle cose belle e la complessità del dono naturale stanno conquistando sempre più appassionati. Stiamo parlando di Fausto Carpino e Stephanie Fesneau, una alchimia che racchiude in modo indistinto l’allegria e la spensieratezza del sole del mediterraneo con la raffinatezza vellutata della “Ville Lumière“, in un continuo scambio di accenti, di colori e quindi di emozioni.

La cosa che più affascina e convince è la novità che Fausto e Stephanie sanno offrire quando ballano: movimenti al limite del possibile, intrecci nuovi e fluidi resi con naturalezza e semplicità incredibile, gesti morbidi e precisi, ed il tutto senza trucchi e senza inganni, come se ci venisse offerta dell’acqua pura e limpida. Il ritmo prende semplicemente forma e alle note ridata la loro naturale sostanza. Dimentichiamoci le atmosfere torbide del tango, i musi lunghi e perseguitati da chissà quale condanna, il liquido denso e impastato con fastidiosa polvere che a volte ci viene dato con la pretesa di sedurci.

Quello che loro portano è puro divertimento … vedere per credere.

 Fibras – Orquesta Juan D’Arienzo 

Gricel – Orquesta Anibal troilo, canta Francisco Fiorentino

Toda mi vida – Orquesta Anibal Troilo 

… e soprattutto grazie per la giacca in laTex!!!

No mientas – Juan D’Arienzo , canta Alberto Echague – 1938

E adesso riprendiamo un po’ fiato con un bellissimo brano, Como dos extraños, di un grande e purtroppo poco prolifico genio del tango, Pedro LaurenzTorniamo a guardare ed ascoltare Fausto e Stephanie. E’ bello vedere come ogni movimento sia controllato, dotato di una leggerezza pesata fino ad arrivare ad una lentezza liquida, densa.

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E per finire due milonghe strepitose. Per un amante di questo genere è un vero piacere guardare i movimenti che rapiscono fino al punto di permettere, anche a chi solo osserva, di sentir suonare, cantare e ballare in un solo gesto. A parere di chi scrive, per trovare un precedente a questi due talenti bisogna scomodare un paio di dei dell’Olimpo, ma ahimè si sa che gli dei a volte non sono molto simpatici !!!

Reliquias Porteña – Orquesta Francisco Canaro – 1938

Yo soy de San Telmo – Pedro Laurenz, canta Alberto Podestà – 1940

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