Sebastian Arce – Mariana Montes

Scritto da Oreste Candela

Settembre 13, 2016

Sebastian Arce e Mariana Montes sono senz’altro la coppia di ballerini più longeva nel sempre dinamico mondo del tango. Con ben 15 anni di percorso artistico comune sempre ai massimi livelli, con più di 1500 video pubblicati su youtube, dopo aver visitato più di 150 città, ballato in una infinità di esibizioni, insegnato in una infinità di stages, raccolto applausi di fans entusiasti praticamente in tutti gli angoli della terra, dopo aver prodotto spettacoli di tango, partecipato a cortometraggi e films, inventato le classi di tango on-line …  dopo tutto questo, forse una domanda può sorgere spontanea: come posso questi due extraterrestri dalla capacità di lavoro stupefacente aver influenzato l’evoluzione del tango che vediamo oggi ballare in milonga?

La risposta credo sia incontestabile: tantissimo.

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In quindici anni di attività hanno cambiato pelle molte volte, non anticipando, ma più semplicemente influenzando il modo di ballare di migliaia di persone. Parliamo ovviamente di chi vede il tango come una danza, e quindi come qualcosa di vivo che si evolve, si consolida, cambia per migliorarsi e per abbracciare sempre più persone. L’arte fanatica di chi non si mette mai in discussione è un’altra cosa, è un mondo chiuso che non si muove, che guarda fuori sé stesso solo per snobbare.

Al di là di queste dimensioni non contaminabili, per tutti le altre, Arce e Montes, sono due icone, degli indiscutibili punti di riferimento. Ma guardiamo nel corso degli anni come il loro modo di ballare sia cambiato, come con sapienza hanno saputo mantenere sempre vivo l’interesse attorno a loro, passando dal tango tradizionale a quello da strada, da Piazzolla ai Tanghetto, dai pantaloni da pagliaccio al frak.

Come prima cosa controlliamo dove sono ora, quale è il punto di arrivo temporaneo, decisamente agli umani inaccessibile, dove sono arrivati negli ultimi tempi.

Il video è del giugno del 2011, però rappresenta benissimo una delle due proposte che fanno oggi: il “tango show”, uno spettacolo perfetto, coreografato, studiato con attenzione e professionalità, dove nulla è lasciato al caso. Nonostante sia impossibile che possa essere una improvvisazione, l’emozione ci assale e tutto ci sembra fluido come se fosse spontaneo. Immersi in questo spettacolo perfetto, non possiamo far altro che strabuzzare gli occhi per poi sorridere compiaciuti: abbiamo visto qualcosa che sappiamo essere unico.

Anno 2011 – Orquesta Hector Varela – Pa’ que oigan bandoneòn

Una seconda proposta di questi ultimi due anni della premiata ditta Arce-Montes, è lo stile classico, elegante, formale, impettito. Serietà anche nei gesti più piccoli, atteggiamenti quasi mistici, odore di incenso, faccia religiosa, anche dopo un piccolo errore che in altri tempi li avrebbe fatti sorridere. Forse però anche questa serietà è un spettacolo nello spettacolo, e noi spettatori attenti ce lo beviamo fino all’ultima goccia.

Anno 2012 – Orquesta Alfredo De Angelis – Volvamos a empezar

Ma ora facciamo un salto indietro nel tempo. Se non conoscessimo tutte le tappe intermedie l’esibizione che ora presentiamo sembrerebbe il giusto antenato di quelle degli ultimi tempi.

Partiamo dal video più datato che è possibile reperire. E’ l’anno 2001 e i nostri eroi affrontano il loro primo viaggio in Korea. Per gli amanti dei dettagli la milonga si trova a Seul ed è la Bonita Salsa Club.

Hanno più  o meno diciotto anni, ballano insieme da tre.  L’atteggiamento è classicheggiante, un po’ rigido, ricordiamoci che lui è della scuola di Juan Carlos Copes, ballava con sua figlia. Se non fossimo sicuri che sono il Sebastian e la Mariana che conosciamo e non sapessimo che il video ha ben 12 anni, potremmo benissimo cestinarlo come qualcosa di non molto interessante.

E’ da notare infatti tra un passo e l’altro qualche sprazzo di novità, di rottura con gli schemi drammatici allora imperanti. Si comincia a sentire il profumo di quello che da lì a pochi anni sarebbe diventato il tango nuevo.

Anno 2001 – Carlos Morel – Milonguenando en el 40

Con il prossimo video andiamo avanti di qualche anno. L’impostazione del tanguero c’è ancora, però è quasi un ricordo sfumato. L’abbraccio ora è aperto e cominciano le invenzioni di colgadas, ganchios, e movimenti strani che tutti i frequentatori di milonga aperti al futuro, cominceranno a leggere e ripetere come un nuovo linguaggio.

Anno 2005 – Otros Aires– Sin Rumbo

Ancora un anno avanti, e i movimenti “strani” si fanno costanti, trasformandosi in passi che meglio permettono di interpretare la musica. Nelle esibizioni vengono affiancati brani non appartenenti alla “tradizione” a tanghi invece classici. Comincia ad esserci un mix tra abbracci aperti e chiusi ma la ricerca è sempre per gesti nuovi e d’effetto. Come l’atteggiamento cambia anche il modo di vestirsi, l’eleganza non è più un punto di riferimento, meglio qualcosa di comodo ed informale, basta con l’impersonificare qualcosa di standardizzato. Inizia a soffiare il vento giovane del tango.

Anno 2006 – Color Tango – Yunta de oro

Passiamo agli anni ribelli, gli anni del tango nuevo. I ganchos che mandano in visibilio, i passi ritmati e molleggiati, gli atteggiamenti scanzonati, dei sorrisi sinceri. I nostri eroi sembra proprio che si divertano  ed il compiacimento e le emozioni possono trasparire senza maschere.

Anno 2007 – Tanghetto – Enjoy the silence

Passa il tempo e cambia ancora qualcosa. Sembra che i nostri due beniamini stiano tornando a movimenti più composti, potremmo dire tangueri. L’abbigliamento da pagliaccio, mi scusi il Signor Arce, sembra però uno strano messaggio, sembra avvertire che ciò che sta accadendo non è un semplice ritorno al passato ma è l’ennesima evoluzione. Il loro linguaggio infatti si è ancora arricchito: non è più trattenuto dai confini di uno stile, ma spazia liberamente tra tutte le forme che hanno imparato, tutte utili e necessarie a ricreare davanti agli occhi la musica che stanno ballando.

Anno 2008 – Orquesta Carlos Di Sarli – Esta noche de luna

Le lancette del tempo  vanno avanti e ancora un mix tra abbracci stretti e aperture, su una musica di tango elettronico. Sembra non esserci più un cliché … Arce e Montes ballano quello che vogliono e come vogliono.

Anno 2009 – Bajofondo – Hoy 

Ci avviciniamo all’ultimo cambio, prima della versione Arce-Montes dei tempi moderni. Il loro stile si fa ancora più preciso e riconoscibile. L’abbraccio ritorna chiuso quando serve, o meglio quando la musica lo richiede. Ogni esibizione di questo periodo potrebbe essere un manuale che il bravo tanguero, curioso e rivolto al futuro, consulta, imparando a memoria finanche i respiri. Tutto è perfetto, sembra essere facile ed imitabile, e forse per questo motivo ci sono nelle milonghe sempre più cloni dei nostri due amati ballerini. Il tango che ballano è ancora umano, è ancora imitabile.

Anno 2010 – Orquesta Edgardo Donato – Melodia del corazon

Il 2010, l’anno della svolta. Forse Arce e Montes sentivano la crescente concorrenza dei ballerini di tango show, il tango for export da palcoscenico, in arrivo sempre più numerosi e sempre più acrobatici dall’Argentina. Forse le loro capacità per essere portate al limite non potevano essere lasciate all’improvvisazione o magari all’inizio è stata solo una provocazione, per far vedere a tutti che anche loro erano in grado di fare acrobazie. Noi però registriamo che da questo anno qualcosa è cambiato: le loro esibizioni sono diventati degli spettacoli completi, sempre nuovi e costantemente al limite dell’umano.

Dopo aver ballato il tango che vi mostriamo Arce si è rivolto al pubblico dicendo le seguenti parole rivelatrici:

“Volevate uno show ? Ve lo abbiamo dato” … I nostri primi sospetti sembrano avere un fondamento.

Anno 2010 – Mariano Mores – Tanguera

Arriviamo ai nostri giorni. Sebastian e Mariana dopo quindici anni sono diventati senza ombra di dubbio i numero uno, per capacità, professionalità, versatilità. Hanno attraversato tutte le stagioni del tango ballato, influenzandole e facendosi a loro volta influenzare. Dalle esperienze fatte non hanno perso nulla, incorporando ogni volta nuove capacità di espressione che hanno permesso al loro modo di ballare di essere unico. I loro colleghi sono fermi al palo, con uno stile sempre uguale a sé stesso, all’inizio magari divertente da guardare ma dopo il quarto brano forse un po’ noioso … figuriamoci dopo una decina d’anni.

Il loro invece è sempre uno show di sicuro successo, che diverte, entusiasma, coinvolge. Dietro i tre minuti di un brano c’è una preparazione meticolosa, atletica, che permette di spostare sempre più in la il limite e che porta anche ad affinare sempre di più il gusto dello spettatore.

Anno 2012 – Amurado

… ed ora … cosa succederà domani. I nostri due idoli sapranno inventarsi ancora qualcosa di nuovo?  Introdurranno forse altri elementi nel loro tango, riuscendo così per l’ennesima volta ad influenzare il nostro modo di muoverci in milonga?

Però, forse, a noi che siamo attenti a tutto, anche ai più piccoli dettagli, ci sfugge un semplice messaggio da leggere nelle loro esibizioni: non esiste uno stile di ballo da applicare a tutte le musiche indistintamente, esiste l’intelligenza e la bravura del ballerino che sa adattarsi a ciò che ascolta e decide di ballare.

Anno 2012 – Orquesta Francisco Canaro – Yo no se porque te quiero

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